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FATTORI AMBIENTALI E PSICOSI
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Comunicazione e salute mentale
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30/1/2013 Assicurazione Sanitaria
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LETTERA APERTA 27Genn2016
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CONSULTE RM1-2
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NON ANCORA INSEDIATE LE CONSULTE DIPARTIMENTALI PER LA SALUTE MENTALE DELLE MEGA-ASL RM1 E RM2.
Mentre l'accorpamento delle ASL preesistenti è ancora in corso, si aggravano i già gravi disagi degli utenti dei servizi e delle loro famiglie. Le consulte dipartimentali per la salute mentale disturbano il manovratore?
Il documento dei rappresentanti delle Associazioni dei famigliari e degli utenti. Leggi
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SU COLLE CESARANO
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SU COLLE CESARANO
Abbiamo seguito, come tantissime persone, il Servizio di RAI3 su Colle Cesarano trasmesso il 13 Marzo u.s. nella trasmissione Presa Diretta. Molti dei nostri figli hanno avuto purtroppo una esperienza diretta di permanenza in quella struttura. Tutto quello mostrato è vero, e lo abbiamo riscontrato sulla pelle nostra e dei nostri cari. E' stato uno stato di cose subito e sopportato con grande sofferenza: ci dicevamo che si, è vero, i privati devono gestire traendo pur un profitto,.. si..è vero... la crisi finanziaria non permette di ottenere servizi migliori, sì ... è vero... le strutture pubbliche non ce la fanno con le loro limitate risorse... Così veniva detto, ci veniva detto. Ora si scopre che la proprietà della struttura pagava mazzette a funzionari e dirigenti della ASL, come denunciato pubblicamente dal vecchio proprietario, per ottenere accreditamento e finanziamenti. Gli sciacalli si sono cibati delle carni martoriate dei nostri figli. Tutto questo chiede non vendetta, ma almeno giustizia. In questo disgraziato paese, dove la corruzione è infiltrata dappertutto, la domanda di giustizia, una giustizia rapida, esemplare, efficiente, è ancora una invocazione, è ormai una domanda disperata ed esasperata, tanto che ad un certo punto ci sarà una goccia che farà traboccare il vaso e anche la giustizia,come sta succedendo alla sanità, diventerà un fatto privato e personale.
Oltre ad un problema miserrimo e oltraggioso di corruzione, se si è arrivati a questo punto è anche, e forse soprattutto, a causa della controriforma psichiatrica in atto da tempo, dapprima in forma strisciante ed ora in modo conclamato. La salute mentale è diventata ora un problema di posti letto, tipo e numero di personale da monitorare in strutture di degenza e assistenza controllata con finanziamenti pubblici dedicati, e la psichiatria, intesa come branca della medicina che dovrebbe avere come obiettivo la cura, il recupero dei sofferenti alla vita sociale, familiare e affettiva, insomma un ritorno alla SALUTE, dichiara fallimento. Assicurare un internamento umano e decente, non significa in ogni caso curare e riportare la salute. Una cura efficace, come ha dimostrato in maniera incontrovertibile la lezione umana e scientifica di Basaglia, non può fare a meno, oltre che delle terapie farmacologiche, di rapporti umani e sociali, di lavoro, di famiglia e questo può avvenire solo se si lavora nel territorio, con le persone. E tutto ciò naturalmente richiede un rafforzamento e non un depauperamento come sta avvenendo delle strutture territoriali dei servizi psichiatrici.
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SFRATTO ASSOCIAZIONI
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LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO NO-PROFIT SOTTO FORTE ATTACCO
Lo smantellamento dello stato sociale, in atto ormai da tempo finora in maniera strisciante, vede improvvisamente innalzarsi enormemente il livello della minaccia con la messa in mora e il preavviso di sfratto per decine e decine di associazioni di volontariato, compresa l'ARESAM.
Centinaia di associazioni, e l'Aresam tra queste, avevano ottenuto in affitto negli anni passati da parte del Comune di Roma locali, spesso fatiscenti, per i quali erano stabiliti canoni pari ad 1/5 del valore commerciale, secondo apposite delibere da parte del Comune, in virtù del valore dell'attività sociale da esse svolta, sostanzialmente sostitutiva di quanto il Comune stesso non era in grado di fare o faceva in maniera insufficiente: assistenza ai senza dimora, supporto ai sofferenti psichici ed alle loro famiglie, cura dell'ambiente, etc.
In moltissimi casi le associazioni stesse, e fra queste l'Aresam, hanno provveduto a risanare i locali avuti in affitto, a spese sostanzialmente dei volontari.
Ora gli uffici del comune di Roma, sotto una fortissima pressione del la vice-procura della Corte dei Conti, sta disconoscendo quanto esso stesso aveva in passato stabilito, e sta chiedendo arretrati per importi che arrivano a decine di migliaia di Euro per canoni di affitto arretrati calcolati secondo un presunto valore commerciale, inviando addirittura lo sfratto qualora queste stesse associazioni, e cioè i volontari che ne fanno parte, non provvedano a pagare quanto richiesto.
La vice-procura della Corte dei Conti addirittura minaccia,inviando centinaia di avvisi di garanzia, i funzionari e dirigenti comunali che non ottemperino al suo diktat di denuncia per danno erariale.
La cosa che lascia sgomenti è anche il fatto che la Giunta Comunale, ovvero la politica che dovrebbe rappresentare la volontà popolare, non reagisca affatto a questa clamorosa invasione di campo da parte della Magistratura contabile, lasciando abbandonati al loro destino i suoi funzionari e dirigenti e assistendo passivamente a quanto sta succedendo.
Il 9 Marzo u.s. finalmente c'è stata una reazione collettiva da parte di decine di associazioni ed enti non profit, con il coordinamento del CESV (Centro Servizi Volontariato), che si sono riuniti in assemblea ed hanno deciso di avviare una coerente azione di difesa. In primo luogo è stata inviata una richiesta di deferimento del vice-procuratore responsabile alla Commissione Disciplinare della Corte dei Conti. Inoltre è stata organizzata per il giorno successivo una manifestazione in Campidoglio, per appoggiare una proposta di delibera da proporre al Consiglio Comunale affinché nel bilancio finanziario del comune venga inserita una voce relativa al valore sociale delle attività di volontariato, in modo da ufficializzare anche dal punto di vista finanziario e contabile tali attività.
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LEA e SSN
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LEA, “Livelli essenziali di assistenza”, e Sistema Sanitario Nazionale.
di Girolamo Digilio
La recente approvazione dei nuovi LEA ha posto fine alla esclusione dei cittadini dall’accesso ad una serie di prestazioni del Sistema Sanitario di grande importanza per la prevenzione, diagnosi e cura, anche delle cosiddette “malattie rare”, ma spesso assai gravi, che coinvolgono a livello nazionale alcune centinaia di migliaia di persone la cui esistenza e i cui specifici bisogni sanitari sono stati finora ignorati dal SSN. Un aggiornamento che avrebbe dovuto essere stato assai più tempestivo e al passo con i rapidi progressi della scienza e della medicina per non privare i cittadini di cure molte volte decisive per la vita, ma che purtroppo è stato condizionato dal farraginoso funzionamento della burocrazia ministeriale ed amministrativa oltre che dal disinteresse e dall’ignoranza di una classe politica troppo impegnata in questioni di sottogoverno e di potere. E’ pur vero che l’introduzione di nuove tecniche e nuovi trattamenti nell’assistenza sanitaria non può essere adottata senza prove scientifiche consolidate e senza controlli severi anche a livello internazionale, non c’è dubbio tuttavia che i tempi troppo lunghi che caratterizzano in Italia queste procedure sono di gran lunga superiori a quelli necessari. Va dato comunque merito alla Ministra Lorenzin e a quanti si sono impegnati nella realizzazione del provvedimento non solo di aver introdotto i nuovi LEA (che comprende anche il piano di vaccinazioni gratuite) colmando una gravissima lacuna ed eliminando così una intollerabile ingiustizia, ma anche di aver definito nel decreto molti dettagli per una loro appropriata utilizzazione.(LEGGI TUTTO)
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DIRITTI CAREGIVERS
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IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI DEI CAREGIVERS FAMILIARI FA I PRIMI PASSI
A fine gennaio ha avuto inizio finalmente l'iter legislativo, in Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato, per il riconoscimento dei diritti dei cosidetti "caregivers" familiari, e cioè ), ovvero di coloro che, volontariamente e senza alcun compenso, assistono una persona non autosufficiente a causa dell’età avanzata, di invalidità o di malattia, facendosi carico delle sofferenze e delle fragilità di un proprio caro e affrontando, spesso nel proprio domicilio, le complessità relazionali e assistenziali derivanti dall’invalidità e da patologie anche complesse. Sono tre i disegni di legge e dunque i testi su cui lavoreranno i senatori: il 2048, a prima firma Cristina De Pietro (Gruppo misto), “Misure in favore di persone che forniscono assistenza a parenti o affini anziani”; il 2128, a prima prima firma Laura Bignami (M5S), “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare” e la numero 2266, “Legge quadro nazionale per il riconoscimento e la valorizzazione del caregiver familiare”, a prima firma Ignazio Angioni (Pd). Il 16 Febbraio u.s. è stato organizzato un incontro incontro con i Senatori Angioni e Bignami presentatori e primi firmatari rispettivamente dei disegni di legge n. 2266 e 2128, nel corso del quale è emersa la volontà politica di fare delle due proposte un'unico testo migliorativo prendendo il meglio dai due disegni di legge arrivando probabilmente a una legge quadro. All'incontro ha partecipato anche l'Aresam, nella persona della sua Presidente, che ha potuto solo far rimarcare che ancora una volta (vedi anche la legge sul Dopo di noi) i malati mentali erano stati dimenticati insieme ai loro genitori, che nella quasi totalità si debbono sobbarcare del peso, rilevante, del loro accudimento stante le carenze abissali dei servizi territoriali preposti alla cura e alla riabilitazione.
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LAVORO DISABILI 2016
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IMPORTANTI DECISIONI LEGISLATIVE PER L'ASSUNZIONE DEI LAVORATORI DISABILI
Le aziende con almeno 15 dipendenti saranno, dal 1° Gennaio 2017, obbligate ad assumere un lavoratore disabile. Tale obbligo è stato introdotto dal Decreto Legislativo n. 151/2015, c.d. Jobs Act, con il quale è stato soppresso il comma 2 dell’art. 3 della L. 68/1999 con decorrenza dal 1° gennaio 2017, facendo così scattare l’obbligo di assumere un lavoratore disabile anche a quelle Aziende che fino ad ora si erano tenute ad un organico stabile di 15 dipendenti, senza nuove assunzioni. Ora il semplice fatto di avere dai 15 ai 35 dipendenti impone al datore di lavoro di avere alle proprie dipendenze lavoratori disabili, secondo le quote di categorie protette stabilite. Analoga disposizione viene applicata a partiti, sindacati e associazioni senza scopo di lucro. Altra novità è il fatto che le aziende potranno poter conteggiare, nella quota di riserva, lavoratori già disabili prima dell’assunzione che abbiano una riduzione della capacità lavorativa superiore al 60%, se fisica, o al 45%, se psichica, anche se non sono stati assunti tramite il collocamento obbligatorio. Altra novità ancora è la possibilità, per i datori di lavoro privati, di assumere lavoratori con disabilità attraverso chiamata nominativa, ma non di effettuare l’assunzione diretta (potranno essere assunti solo disabili inseriti nelle apposite liste). Infine è importante rilevare che, a seguito dell’emanazione del Decreto Legislativo n. 185/2016, c.d. Correttivo al Jobs Act, le sanzioni per la mancata assunzione di personale disabile sono state inasprite, passando da € 62,77 ad € 153,20 per ogni giorno di “scopertura” dall’obbligo di assumere personale disabile. Infine è prevista la corresponsione diretta e immediata dell’incentivo al datore di lavoro da parte dell’INPS mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili e gli incentivi per l’assunzione dei disabili con una durata più lunga (fino a 5 anni) in caso di assunzione di persone con disabilità intellettiva e psichica sono stati incrementati.
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RAPPORTO SALUTE MENTALE 2015
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PUBBLICATO IL RAPPORTO SULLA SALUTE MENTALE 2015
Il rapporto sulla salute mentale 2015 presenta e analizza i dati rilevati attraverso il sistema informativo per la salute mentale (SISM) ed è la più ricca fonte di informazioni sugli interventi sanitari e socio-sanitari dell’assistenza alle persone adulte con problemi psichiatrici e alle loro famiglie. Esso riporta che gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici nel corso del 2015, in tutta Italia meno la Sardegna Bolzano e Val d'Aosta, ammontano a 777.035 unità. In particolare i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute mentale ammontano a 369.569 unità di cui il 90,3% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita. Per quanto riguarda i tipi di disturbo trattati, esistono importanti differenze legate al genere. Per i disturbi schizofrenici risultano tassi del 36,2 per 10.000 ab. nei maschi e 25,9 nelle femmine; per i disturbi di personalità si sono avuti 11,3 casi per 10.000 ab. nei maschi e 10,0 nelle femmine; per i disturbi da abuso di sostanze si sono avuti 3,7 casi per 10.000 ab. nei maschi e 1,2 nelle femmine e cioè maggiori nel sesso maschile rispetto a quello femminile, mentre l'opposto avviene per i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi per i quali il tasso degli utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello del sesso maschile (26,6 per 10.000 ab. nei maschi e 47,3 nelle femmine). Per quanto riguarda l’attività dei servizi psichiatrici, le prestazioni erogate nel 2015 dai servizi territoriali ammontano a 10.199.531 con una media di 13,5 prestazioni per utente, con il 75,9% degli interventi effettuato in sede, l'8,0% a domicilio e il resto in una sede esterna.
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ADESIONE ARESAM AD APPELLO SIEP
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L’Associazione Regionale per la Salute Mentale del Lazio (A.Re.Sa.M.) Onlus aderisce all’appello della SIEP sulle drammatiche condizioni del Sistema di Cura per la Salute Mentale in Italia. Stiamo subendo ormai da anni gli effetti devastanti delle decisioni politiche nazionali e regionali, che con tagli trasversali indiscriminati, hanno ridotto il servizio pubblico dedicato alla salute mentale ad un livello solamente assistenzialistico istituzionalizzante, che non dà risposte qualitative e nega la speranza di un miglioramento della vita di coloro che, purtroppo, sono costretti a ricorrervi. Parole come prevenzione, presa in carico globale hanno perso tutto il loro significato costringendo gli operatori sanitari, socio sanitari, gli utenti e le loro famiglie a sottostare ad imperativi di bilancio, sempre più condizionanti e che non si coniugano affatto con le loro effettive necessità di cura e con il loro diritto di riabilitazione e di integrazione ed inclusione sociale.Una ormai chiara politica di controriforma alla quale continuiamo a contrapporre la nostra forza di utenti e di familiari, detentori di diritti inascoltati, pronti ad ulteriori mobilitazioni perché sia ben visibile a tutti il nostre forte disagio.
Ci auguriamo che l’appello raggiunga e, soprattutto, venga compreso dai responsabili politici che dovrebbero gestire la cosa pubblica con il solo obiettivo del bene dei cittadini sofferenti. A.RE.SA.M. Onlus Roma
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APPELLO SIEP
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La Società Italiana di Epidemiologia (SIEP) ha rivolto un forte appello a tutte le Istituzioni regionali e nazionali affinchè il tema della salute mentale, ormai completamente oscurato e fuori dall'attenzione della politica sanitaria, pur dopo le denunce fatte tre anni fa dalla Commissione Parlamentare d'inchiesta, venga finalmente rimesso al centro delle azioni sanitarie in una situazione assistenziale ormai divenuta drammaticamente insufficiente a garantire i percorsi di cura e riabilitazione a cui tutte le persone sofferenti psichici hanno diritto. Familiari ed utenti conoscono bene purtroppo quanto sia difficile ricevere dai servizi territoriali, per mancanza di risorse adeguate e di personale, l'assistenza neessaria a perseguire l'obiettivo del recupero sociale e sanitario pur possibile in diverse condizioni. L'ARESAM aderisce a tale appello ed invita tutti a fare altrettanto, inviando semplicemente una mail a: appellosalutementale@gmail.com.
APPELLO PER LA SALUTE MENTALE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI EPIDEMIOLOGIA (SIEP)
Rivolgiamo un appello urgente per richiamare l’attenzione di Governo, Parlamento e Assemblee Regionali sulle drammatiche condizioni del Sistema di Cura per la Salute Mentale in Italia. I tagli alla sanità operati negli ultimi anni, le restrizioni al turn-over del personale, la riduzione dei centri di reponsabilità per l’accorpamento delle ASL,................ (leggi tutto)
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REMS&OPG
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E' INIZIATA LA CONTRORIFORMA DEGLI OPG ?
Durante i mesi estivi è stato approvato al Senato un emendamento al Disegno di Legge 2067 (su garanzie difensive, durata dei processi, finalità della pena ecc), che rischia di riportare indietro l'orologio della riforma degli OPG di qualche anno, riaprendo purtroppo la stagione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. L’emendamento in questione dispone infatti il ricovero nelle REMS (Residenze per l'Esecuzione di Misure di Sicurezza detentive) esattamente con le stesse vecchie regole che valevano per gli OPG, inviando in tali strutture, peraltro già sature, i detenuti con sopravvenuta infermità mentale e addirittura quelli in osservazione psichiatrica. In pratica sono quattro i punti che stravolgono quanto finora si è cercato di costruire. In primo luogo si prevede che possa essere avviato alle REMS la persona che, avendo compiuto un reato in condizioni di buona salute mentale, possa successivamente, in fase di esecuzione della pena, soffrire di un disturbo psichico. In secondo luogo si cancella di fatto il principio giuridicamente affermato per cui la misura di sicurezza di carattere detentivo deve essere considerata alla stregua di una soluzione residuale, estrema, da comminare soltanto nei casi in cui nessun’altra forma di trattamento possa ritenersi adeguata. In aggiunta a quanto detto le REMS aprirebbero le porte anche a “tutti coloro per i quali occorra accertare le relative condizioni psichiche, qualora le sezioni degli istituti penitenziari alle quali sono destinati non siano idonee, di fatto, a garantire i trattamenti terapeutico-riabilitativi, con riferimento alle peculiari esigenze di trattamento dei soggetti e nel pieno rispetto dell’art. 32 della Costituzione”. Si introduce di soppiatto quindi l’idea di base per cui, ove non può o non riesce a curare il carcere, giungono a supplire le REMS, che diventerebbero cosi una specie di SPDC per detenuti. Riemerge ancora una volta con forza pienamente non risolta la questione sociale della relazione tra il carcere e la tutela della salute mentale, con le REMS che nel modo proposto sembrerebbero destinate a essere un raccoglitore indifferenziato di tutte le criticità della sanità pubblica e della nostra società.
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Lettera a.Zingaretti
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LETTERA APERTA AL PRESIDENTE NICOLA ZINGARETTI
Gentile Presidente Zingaretti,
chi le scrive è la madre di una persona che soffre di disturbo mentale.
Qualche sera fa, Presidente, con alcune mamme sono andata a farmi la consueta pizza primaverile. Eravamo un gruppetto affiatato e tutte chiacchieravamo e confabulavamo davanti ad arrosticini misti, pizza rustica, prosciutto tagliato a mano e pizza fumante. Dopo qualche birretta, poche, l’età complessiva non ne permetteva di più, calò come sempre un malinconico silenzio di parole soffuse e di racconti. Alcune, sembrava che sentissero quasi di avere rubato qualcosa per una bella risata fatta con il cuore. Eravamo tutte madri di uomini e donne con disagio psichico. (LEGGI TUTTO)
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Pensioni di Reversibilità
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QUANDO E COME LA PENSIONE DI REVERSIBILITA’ PER I FIGLI INVALIDI
Le norme attualmente in vigore prevedono che ai figli inabili, di qualunque età e con vivenza a carico del genitore alla data del decesso venga concessa la cosiddetta pensione di reversibilità. Tale diritto è subordinato al concetto appunto della vivenza a carico (concetto diverso della deduzione fiscale per il familiare a carico), il che vuol dire i figli devono trovarsi in uno stato di bisogno, non essere autosufficienti economicamente, non in grado di lavorare per essere indipendenti e che al loro mantenimento provvedesse, in maniera continuativa, il pensionato prima del decesso. Non è previsto, da questo punto di vista, che il figlio risulti convivente con il genitore. Il reddito personale del figlio invalido non deve essere superiore a quello indicato dalla legge per il diritto alla pensione di invalido civile totale. Se titolari di indennità di accompagnamento, il reddito deve essere inferore a quello richiesto per il diritto alla pensione di invalidità civile totale aumentato dell’importo dell’indennità stessa. Ai fini della concessione della pensione si considerano inabili “le persone che si trovino nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa”. Per la documentazione sanitaria, gli Enti previdenziali solitamente fanno riferimento al certificato di invalidità al 100% con o senza indennità di accompagnamento e comunque è sempre prevista una visita medica di controllo. L’attività lavorativa svolta con finalità terapeutica dai figli riconosciuti inabili, con orario non superiore alle 25 ore settimanali, presso cooperative sociali di tipo B, o presso datori di lavoro che assumono persone disabili secondo convenzioni e progetti di integrazione lavorativa, non preclude l’erogazione della pensione di reversibilità. La finalità terapeutica dell'attività lavorativa viene accertata dall'ente erogatore della pensione ai superstiti (INPS, INPDAP ecc.) attraverso i suoi Centri medico Legali.Maggiori informazioni si possono trovare nella Circolare INPS N.15 del 6 Febbraio 2009 e sui documenti 1 e 2 (Da: http://www.superabile.it e http://www.handylex.org )
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NUOVI MUNICIPI A ROMA
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CAMBIATI DENOMINAZIONE E CONFINI DEI MUNICIPI A ROMA
Il Consiglio Comunale di Roma nella seduta del giorno 11 Marzo u.s. ha deliberato in via definitiva una profonda modifica dei municipi di roma sia per quanto riguarda la loro copertura territoriale che la denominazione di molti di essi. Pertanto i nuovi municipi sono definiti nel seguente modo:
● Municipio Roma I: territorio definito dall’accorpamento dei contigui territori dei preesistenti Municipi Roma I e Roma XVII;
● Municipio Roma II: territorio definito dall’accorpamento dei contigui territori dei preesistenti Municipi Roma II e Roma III;
● Municipio Roma III: il territorio coincide con quello del preesistente Municipio Roma IV;
● Municipio Roma IV: il territorio coincide con quello del preesistente Municipio Roma V;
● Municipio Roma V: territorio definito dall’accorpamento dei contigui territori dei preesistenti Municipi Roma VI e Roma VII;
● Municipio Roma VI: il territorio coincide con quello del preesistente Municipio Roma VIII;
● Municipio Roma VII: territorio è definito dall’accorpamento dei contigui territori dei preesistenti Municipi Roma IX e Roma X;
● Municipio Roma VIII: il territorio coincide con quello del preesistente Municipio Roma XI;
● Municipio Roma IX: il territorio coincide con quello del preesistente Municipio Roma XII;
● Municipio Roma X: il territorio coincide con quello del preesistente Municipio Roma XIII;
● Municipio Roma XI: il territorio coincide con quello del preesistente Municipio Roma XV;
● Municipio Roma XII: il territorio coincide con quello del preesistente Municipio Roma XVI;
● Municipio Roma XIII: il territorio coincide con quello del preesistente Municipio Roma XVIII;
● Municipio Roma XIV: il territorio coincide con quello del preesistente Municipio Roma XIX;
●Municipio Roma XV: il territorio coincide con quello del preesistente Municipio Roma XX.
In pratica il numero dei municipi si riduce da 20 a 15. Alcuni di quelli preesistenti cambiano semplicemente denominazione (i precedenti IV,V,VIII,XI,XII,XIII,XV,XVI,XVIII,XIX,XX) e altri vengono assorbiti in quelli preesistenti.(leggi la Delibera)

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EMERGENZA Salute Mentale
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EMERGENZA SALUTE MENTALE NEL LAZIO
Dopo oltre 10 anni di blocco del turn-over, di tagli indiscriminati e di drastica riduzione del personale da parte dei diversi governi è minacciata ora la sopravvivenza stessa dei DSM nella loro funzione di tutela della salute mentale dei cittadini ed è diventata urgente la necessità di ricostruire servizi ormai ridotti allo stremo, fermando la miope e rovinosa attività di una classe politica autoreferenziale che ignora i veri bisogni delle persone con sofferenza mentale.
La mancata proroga e l’invio a 5 operatori della ASL RM G dell’avviso di interruzione del contratto DGR 980/2009 è infatti un segnale che va ben al di là di una mera vertenza sindacale, di una disattenzione degli uffici regionali preposti alla salute mentale e, tanto più, del passo falso di un direttore generale che con tale provvedimento decreta in pratica la chiusura di servizi già in grave difficoltà che richiedono, invece, urgenti misure di adeguamento del personale agli standard definiti dai progetti obiettivo nazionale e regionale per la salute mentale.
Si tratta in realtà del completamento di un nefasto disegno, purtroppo in gran parte già attuato, di smantellamento dei servizi di comunità per la presa in carico globale e l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disagio psichico-sofferenza mentale e del consolidamento di un regime di trattamenti sanitari obbligatori, di istituzionalizzazione a vita in strutture (case di cura, cosiddette comunità terapeutiche, ecc.), per lo più private, in gran parte delle quali non viene praticata alcuna seria attività di riabilitazione. Queste strutture assorbono, già oggi, almeno il 70% delle risorse destinate alla tutela della salute mentale con una spesa di gran lunga superiore ai costi di un bene organizzato sistema di prevenzione, cura e riabilitazione.
Tutto ciò avviene senza tenere alcun conto delle esperienze dell’ultimo cinquantennio che proprio nella presa in carico precoce a livello territoriale e nell’avvio di un percorso personalizzato di riabilitazione e di inclusione sociale e lavorativa hanno individuato le condizioni fondamentali per restituire a gran parte di queste persone soddisfacenti condizioni di autonomia e di indipendenza economica, anche, fra l’altro, con un notevole risparmio per la collettività.
L’inizio della interruzione dei contratti 980/2009 quindi non è altro che la lampante manifestazione della volontà di inferire il colpo di grazia ad un sistema che, a causa dell’insufficienza del personale, è già oggi una fabbrica di cronicità e di disabilità nel quale i CSM, tranne pochissime eccezioni, sono diventati poco più che dispensari di psicofarmaci e luogo di smistamento dei pazienti in crisi verso strutture di ricovero di tipo neomanicomiale.
Ben altra prontezza c’era stata per la realizzazione di altre strutture di tipo custodialista, quali le REMS, nel recente tentativo di chiusura degli OPG! Porre fine a questa drammatica deriva e invertire la rotta è una urgenza ormai inderogabile che chiama ad una rinnovata mobilitazione tutte le persone che hanno a cuore i diritti e la salute delle persone.
L’annunciata manifestazione pubblica da parte delle associazioni degli utenti, dei familiari e per la tutela dei diritti rappresenta una prima decisiva iniziativa per l’avvio di un processo di cambiamento
(di Girolamo Digilio, Presidente onorario Unasam, Unione Nazionale Associazioni per la Salute Mentale - 21Settembre 2015) .
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RINNOVO ORG. DIRETTIVI ARESAM
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GLI ORGANI DIRETTIVI DELL'ARESAM
PRESIDENTE eletto : Marina CORNACCHA
Componenti eletti nel Comitato Esecutivo: Angela BANCALE, Mario BRADDI, Aldo DONATO, Gianfranco MOLINARI, Mauro MUNARON; Mario SCHIARA
Vice Presidente: Mauro MUNARON
Tesoriere: Angela BANCALE
Tesseramento: Mario SCHIARA
Comunicazione: Aldo DONATO
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